Winch, bozzelli e pulegge: manutenzione per una manovra fluida e sicura
Chi ha governato anche solo per una stagione una barca a vela lo sa: bastano pochi giri di manovella su un winch poco lubrificato per trasformare una regolazione di randa in una fatica sorda e inutile. Una scotta che scorre tra bozzelli induriti, un rinvio che cigola, una puleggia che si blocca nel momento in cui servirebbe fluidità. Sono dettagli, sì, ma sono proprio quei dettagli che fanno la differenza tra una manovra sicura e una da correggere in emergenza.
Eppure, la manutenzione di questi elementi è spesso relegata in fondo alla lista delle priorità di bordo, quasi fosse un capriccio da crocierista meticoloso. Al contrario, dedicare tempo e attenzione ai componenti meccanici dell’armo corrente è un investimento concreto in efficienza, sicurezza e longevità dell’attrezzatura.
Il ruolo silenzioso ma strategico dell’armo meccanico
Winch e bozzelli non sono solo “aiuti” alla manovra: sono i veri traslatori di forza, coloro che permettono di trasformare il gesto umano in potenza direzionale sulle vele. Ogni volta che cazziamo una scotta o regoliamo un barber, la forza passa attraverso questi organi, che devono funzionare con precisione millimetrica. Non è un caso che, quando qualcosa “non gira”, spesso non sia colpa della vela… ma di ciò che dovrebbe farla muovere.
Dentro al winch: l’anatomia di un alleato insostituibile
Dietro il suono ritmico e caratteristico del winch c’è una meccanica raffinata: tamburo, cricchetti, cuscinetti, alberi e molle lavorano in sincronia per garantire presa, moltiplicazione della forza e controllo. È fondamentale conoscerne la struttura, almeno nei suoi elementi base, per intervenire con sicurezza in fase di manutenzione.
Esistono poi differenze sostanziali tra winch standard, self-tailing (dotati di sistema automatico di raccolta della cima) e quelli a due velocità, che permettono una gestione più fine dello sforzo.
Capire quale si ha a bordo è il primo passo per capire anche come curarlo al meglio.
Tipologie di winch: caratteristiche operative
- Standard: semplice tamburo, richiede attenzione manuale nella gestione della cima.
- Self-tailing: più pratico, trattiene autonomamente la cima nella gola.
- A due velocità: permette di cambiare rapporto di forza a seconda della direzione della manovella.
- Winch elettrici: da trattare con ancor più attenzione, specie nelle connessioni interne e nei contatti.
Smontare, pulire, lubrificare: la routine del winch
L’intervallo ideale per la manutenzione è almeno annuale, preferibilmente prima della stagione primaverile o dopo l’ultimo utilizzo autunnale. In caso di uso intensivo, meglio procedere ogni sei mesi.
Per lo smontaggio, è bene operare con calma, in ordine, e – se possibile – su un piano protetto. Ciascun elemento va pulito con attenzione: le vecchie paste secche, le incrostazioni di sale, i residui di grasso annerito devono essere rimossi con solventi leggeri o gasolio.
La lubrificazione va eseguita con prodotti dedicati: grasso per winch su ingranaggi e alberi, olio di vaselina leggero sui cricchetti (mai grasso, che ne comprometterebbe il funzionamento).
Checklist pratica – Revisione completa del winch
- Cacciaviti a croce e piatti
- Pinzette o calamita per molle
- Spazzolini morbidi
- Grasso specifico per winch
- Olio di vaselina leggero per cricchetti
- Panni non pelucchiosi
- Schema di montaggio (o una buona foto prima dello smontaggio!)
Bozzelli: piccoli organi di scorrimento, grandi punti critici
Spesso chiamati genericamente “pulegge”, i bozzelli sono invece strutture complesse dove lavorano boccole, sfere, rulli o cuscinetti a seconda della tipologia e del carico da sopportare. La prima ispezione dovrebbe essere visiva: crepe, usura del corpo, scolorimenti o segnali di stress sono da tenere d’occhio.
La verifica meccanica può avvenire sia in carico (durante una manovra) sia a barca ferma, ruotando manualmente le pulegge per rilevare attriti, giochi laterali anomali o cigolii.
Focus tecnico – Giochi, blocchi e rumori: cosa raccontano
Un bozzello che ruota male può nascondere un cuscinetto grippato o una boccola ovalizzata. Se c’è gioco tra puleggia e perno, è segno che l’elemento si sta consumando. Un cigolio secco può derivare da sfere sporche. In alcuni casi una pulizia profonda è sufficiente, in altri è più efficace sostituire l’intero elemento.
Pulire o cambiare? Quando vale la pena intervenire
Non sempre serve sostituire: alcuni bozzelli, specie quelli di alta gamma, sono pensati per essere smontati, puliti e rimontati. Altri, invece, non giustificano l’intervento se non con una sostituzione integrale.
Anche il materiale fa la differenza. Bozzelli in plastica sono più leggeri ma tendono a deformarsi con l’usura, quelli in alluminio sono resistenti ma più esposti alla corrosione galvanica, quelli in acciaio inox sono solidi ma pesanti.
Diario di bordo e manutenzione stagionale: una buona abitudine
Inserire questi controlli nel calendario di manutenzione della barca non è solo utile, è indispensabile. Annotare le operazioni fatte, i componenti sostituiti, le anomalie riscontrate, crea una cronologia utile per prevenire rotture future e pianificare gli acquisti di bordo.
Componente | Frequenza controllo | Azioni consigliate |
Winch | 1-2 volte l’anno | Smontaggio, pulizia, lubrificazione |
Bozzelli di carico | Ogni stagione | Ispezione, verifica cuscinetti/boccole |
Bozzelli di rinvio | Ogni 2 stagioni | Pulizia e verifica gioco laterale |
Pulegge vang/trasto | Ogni stagione | Ispezione visiva e in carico |
Navigare con leggerezza inizia da qui
Prendersi cura dell’armo meccanico non è solo una buona prassi: è un gesto di rispetto verso la barca e verso il piacere stesso della navigazione. Winch che girano come orologi e bozzelli che scorrono senza resistenza trasformano ogni regolazione in un gesto preciso, elegante, quasi naturale. E quando tutto funziona, si sente.
Nel prossimo approfondimento parleremo della manutenzione di altri elementi chiave della manovra, come il vang e il trasto randa. Perché anche il dettaglio apparentemente più piccolo può, in realtà, fare la differenza tra una virata perfetta e un’occasione persa.