Manutenzione dell’armo: Albero, sartiame e manovre dormienti

Manutenzione dell’armo: Albero, sartiame e manovre dormienti

L’albero, il sartiame, le manovre dormienti e tutto ciò che compone l’armo – il rig, appunto – sono elementi che meritano un’attenzione costante. Il rigging non è solo l’insieme dei “ferri” che sorreggono le vele: è il cuore strutturale di una barca a vela. E come ogni cuore, richiede cure, ispezioni e manutenzione regolare per garantire sicurezza, performance e durabilità.

Il rigging non aspetta: perché intervenire prima che accada il peggio

È proprio durante l’inverno, quando la barca è ferma in cantiere o in banchina, che dovremmo approfittare del tempo a disposizione per fare il punto sulla salute dell’armo. Pensare che un albero stia bene solo perché il sartiame è stato cambiato di recente può essere fuorviante. Le rotture più critiche, come quella di una landa o di un attacco nascosto sottocoperta, spesso avvengono senza alcun preavviso. E quando accade, le conseguenze possono essere disastrose.
Anche una barca ben costruita, progettata da un grande architetto e uscita da un cantiere blasonato, può perdere l’albero se un singolo componente cede. Non è una questione di fortuna, ma di attenzione e di programmazione della manutenzione.

Il rig: cosa comprende davvero

Quando parliamo di rig, intendiamo l’intero sistema che sostiene e governa le vele: sartie, stralli, paterazzi, drizze, scotte, crocette, alberi, boma, tangoni, bompressi, lande e accessori come rolla fiocco e frullini. Ma il controllo non si ferma qui: anche l’attrezzatura di coperta, come winch, rotaie, bozzelleria e idraulica, rientra nel perimetro di un’ispezione consapevole.

L’albero va guardato in faccia

Salire sull’albero – in sicurezza, con bansigo e DPI certificati – non è solo un gesto da regatante nostalgico. È un passaggio necessario per valutare da vicino lo stato delle crocette, delle teste delle sartie, delle rotaie della randa, delle entrate delle drizze e della strumentazione di bordo. Non è raro trovare un perno allentato, una cricca nascosta sotto un nastrino in PVC, o un’uscita drizza mal allineata che consuma prematuramente la cima.
La testa d’albero, il piede d’albero, gli attacchi delle lande e l’area della mastra sono punti che spesso celano le sorprese peggiori. E se l’albero è passante, la zona della sentina può diventare un crogiolo di corrosione se non tenuta sotto controllo.

Sartiame: ogni quanto sostituirlo?

Le opinioni divergono. I produttori, specie per sartiame tessile o in tondino Nitronic, tendono a indicare intervalli di sostituzione molto stringenti. Ma nel mondo reale, soprattutto per lo spiroidale AISI 316 – ancora il più diffuso in ambito crocieristico – si naviga tra scuole di pensiero diverse.
Il buon senso suggerisce un primo check completo già dopo 2 anni, seguito da ispezioni annuali. Verso i 8-10 anni il sartiame spiroidale va sostituito, anche se all’apparenza sembra integro. Tirare oltre i 10 anni significa prendersi un rischio consapevole, che può anche costare caro. Per il tondino in Nitronic si può arrivare a 7-9 anni, ma anche qui vale la regola: meglio cambiare prima del problema, non dopo.
E attenzione al falso senso di sicurezza: anche una barca che naviga poco può subire stress da fatica. Il continuo rollio all’ormeggio, anche leggero, può affaticare il sartiame più di una traversata.

Ispezione con albero in barca… o a terra?

Salire sull’albero serve, ma nulla è paragonabile al controllo con albero a terra. Ogni otto anni – e poi ancora intorno ai sedici – portare giù l’albero dovrebbe essere una tappa obbligata. Non solo per la qualità dell’ispezione, ma anche per prevenire cedimenti strutturali che spesso si manifestano nei punti meno accessibili quando l’albero è montato.
Quando l’albero è a terra, è anche possibile sottoporlo a test più approfonditi: spray penetranti per cercare micro-cricche (nel caso di alluminio), oppure indagini a ultrasuoni per il carbonio.

Meglio prevenire che disalberare

Controllare regolarmente l’armo non è un vezzo da perfezionisti, è una scelta di sicurezza e rispetto verso la propria imbarcazione. Una manutenzione attenta è il miglior investimento che un armatore possa fare per navigare sereno, con un rig che risponda sempre con affidabilità.
Nel prossimo approfondimento parleremo nel dettaglio di manovre correnti, corderia, winch e bozzelleria: perché un buon armo non finisce all’albero.

Focus — Sartiame: i cicli di vita consigliati

Tipo di sartiame Durata media raccomandata Note
Spiroidale (AISI 316) 7-10 anni Il più diffuso, soggetto a corrosione invisibile
Tondino (Rod – Nitronic) 10-12 anni Più resistente, ma attenzione ai terminali
Tessile ad alte prestazioni 4-7 anni Soggetto a invecchiamento e degrado UV

Anche in assenza di segnali visibili, è buona prassi sostituire il sartiame a fine ciclo vita. La fatica del metallo e l’invecchiamento delle fibre non danno preavviso.